lunedì 29 novembre 2010

SCRIVERE A MANO RENDE I BAMBINI PIU' INTELLIGENTI




Un tempo si piangeva la capacità di fare le operazioni a mente: tutta colpa delle calcolatrici. Ora è l'abilità di scrivere a mano che perde terreno a favore delle tastiere, soprattutto nell'età della scuola. Computer o telefonini che siano, i caratteri sempre più spesso vengono digitati su uno schermo anziché essere disegnati in tutte le loro bambinesche rotondità.

I primi allarmi fra i pedagogisti risalgono agli anni '90. E anche se è francamente fuori luogo parlare di invasione dei computer nelle scuole italiane, dell'orizzonte dell'estinzione della scrittura a mano nei paesi anglosassoni si parla da anni.

"Un testo scritto a mano contiene una riflessione. Un testo scritto al computer o con il telefonino, il più delle volte, assolve alla funzione di trasmettere un messaggio" sostiene Franco Frabboni, che insegna alla facoltà di Scienze della formazione dell'università di Bologna. Le sue conclusioni coincidono con gli studi che Steve Graham, professore alla Vanderbilt University negli Stati Uniti, conduce da anni sui bambini delle elementari.

L'anno scorso ha preso un gruppo di scolari di sei anni, in grado di tracciare a mano solo una dozzina di lettere al minuto e gli ha consigliato di seguire un programma speciale, con un quarto d'ora al giorno di esercizi per tre volte alla settimana. Dopo nove settimane, non solo i bambini erano diventati molto più rapidi, ma avevano anche imparato a comporre strutture sintattiche molto più articolate rispetto ai coetanei.

"Oggi siamo abituati a considerare la scrittura a mano come una perdita di tempo" sottolinea Frabboni. "La tastiera è più rapida ed efficace, impossibile negarlo. Ma inconsapevolmente trascina la nostra scrittura verso una forma più sciatta e banale di espressione. La soluzione migliore per la scuola italiana sarebbe il banco a due piazze: da una parte carta e penna, dall'altra il computer".

Negli Stati Uniti negli anni '60, la ditta Zaner-Bloser specializzata in strumenti per l'apprendimento della calligrafia raccomandava 45 minuti di esercizio al giorno. Oggi anche i suoi insegnanti si sono adeguati ai tempi, riducendo la pratica quotidiana a 10 minuti. Neanche da trascurare è la lamentela degli storici, abituati a interpretare i manoscritti. Una società incapace di scrivere a mano sarà ugualmente handicappata nell'interpretare la calligrafia altrui, e quindi nel leggere i documenti originali del passato.

Un altro motivo per cui Frabboni e gli altri pedagogisti suggeriscono di esercitarsi sia con la penna che con la tastiera è che le due attività coinvolgono aree diverse del cervello, tutte importanti. Per scrivere a mano il cervello fa ricorso a quella memoria procedurale che viene appresa una volta per non essere mai più persa nella vita. Come andare in bicicletta o allacciarsi le scarpe, queste attività non possono essere insegnate a parole, ma solo tramite imitazione e esercizio. Una volta apprese, vengono conservate in serbatoi della memoria particolarmente solidi, che le rendono inossidabili anche dopo anni di mancanza di esercizio.

"L'Italia è un paese spaccato in due, per quanto riguarda l'uso dei computer fra i bambini" continua Frabboni. "Nelle scuole del sud si fa ancora molto affidamento alla scrittura a mano, mentre nel centro-nord comincia a diffondersi in maniera importante l'uso dei computer. Non ho nulla in contrario, ma lo considero uno dei tanti segnali della perdita di corporeità dei nostri ragazzi. Vita sedentaria, isolamento, perdita della manualità, riduzione della capacità di introspezione e riflessione. Rimango convinto che il diario delle nostre emozioni quotidiane è scritto a penna, non al computer".

domenica 31 ottobre 2010

ASILI SVIZZERI VEGETARIANI

Durante il mese di settembre la popolazione della Svizzera é stata ufficialmente invitata a non mangiare carne durante il pranzo di martedì, come gesto etico per la salvaguardia dell’ambiente.

Un menù vegetariano ha un impatto sull’effetto serra di due terzi inferiore che un pasto contenente della carne, ci ricorda il WWF, promotore di questa iniziativa. Mangiando carne SOLO tre volte la settimana, una persona può “risparmiare” 600 chili di CO2 all’anno, cioè l’equivalente delle emissioni di una autovettura media. Circa 75.000 persone e 1000 istituzioni hanno aderito all’iniziativa, tra cui anche il ministro Moritz Leuenberger.

Ma ci sono già diverse strutture che propongono un giorno a settimana completamente vegetariano nelle loro mense. All’asilo Krokofant di Berna la mensa é vegetariana tutti i giorni perché propone un’alimentazione esclusivamente vegetariana e ai bambini piace. Nei piatti si trovano insalate di patate e mais al forno, macedonie mango-avocado e pinoli, lenticchie rosse e insalata verde, la carne non é neanche presa in considerazione. Questo per precisa volontà della Direttrice Madame Baldesberger, vegetariana. Dominique Spring, dipendente dell’asilo, dichiara che questa alimentazione viene fornita ai bambini per proteggere la natura, per il benessere degli animali e per la loro salute.

Degli acquisti si occupa il cuoco David Marti che privilegia prodotti freschi e da agricoltura biologica ogni volta che é possibile, i pasti prevedono un piatto di verdura, dell’insalata del riso. Pasta e patate sono i più gettonati, ma piace anche un sostituto vegetale della carne cucinato con il cocco e broccoli. Questo cuoco confessa che non avrebbe mai pensato di ritrovarsi un giorno a servire dei piatti senza carne, e cerca di variare le sue ricette per soddisfare i suoi piccoli clienti che, ha notato, mangiano molto più volentieri che in altri asili dove ha svolto questo mestiere. A questo c’é da aggiungere che il budget riservato all’acquisto degli alimentari é notevolmente diminuito, anche se non era questo l’obiettivo ricercato, ma solo una positiva conseguenza.

I genitori che hanno iscritto i loro figli in questo asilo non l’hanno fatto perché alla ricerca di un menù vegetariano, ne hanno avuto la gradita sorpresa solo in seguito. E la maggior parte ne sono molto contenti, anche perché dichiarano di mangiare carne a casa e il fatto che il figlio non ne mangi all’asilo li rassicura del fatto che non ne assumerà troppa. E magari a qualcuno verrà anche la bella idea di eliminarla del tutto n.d.r.! Sono un’eccezione i genitori che hanno espresso il desiderio di vedere la carne nei piatti dei loro figli in questo asilo. Ma resterà un desiderio pare.

La Svizzera tedesca conta molte strutture completamente vegetariane, soprattutto a Berna e Zurigo. L’asilo Röseligarte di Berna ha fatto suoi i propositi di Steiner. Il Direttore di questa struttura, David Rossi, spiega che la carne non é necessaria. Nella Svizzera romancia (cantone Grigioni) le scuole Steiner sono in parte vegetariane, per esempio la scuola Steiner di Ginevra fa il contrario: offre un giorno alla settimana CON carne. Bizzarro senso dell’ironia!

La nutrizionista Laurance Margot specifica che spesso i genitori si vedono proporre delle giornate senza carne per i pasti dei loro figli, anche senza direttive ufficiali che favoriscano questa pratica, secondo lei é grave che venga tenuta nascosta la reale quantità di carne consumata dalle persone.

Questa apertura mentale e questo atteggiamento positivo verso il vegetarismo fanno ben sperare per il futuro, soprattutto che altre nazioni ne seguano l’esempio, cosicché questa alimentazione benefica per tutti (animali, pianeta e uomini) si diffonda il più possibile, alcuni Paesi saranno pionieri in queste pratiche, precursori o più avanzati, ma qualcuno dovrà ben iniziare…

http://www.promiseland.it/2010/10/27/asili-svizzeri-vegetariani/

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Figli Vegetariani

Come allevare i figli dall'infanzia all'adolescenza con la dieta vegetariana



È opinione diffusa, confermata anche dalla maggioranza dei medici, che dalla nascita fino ai 18 anni, nel periodo più importante per lo sviluppo del corpo e dell’intelligenza dell’essere umano, il consumo di carne, latte e uova, ossia delle cosiddette proteine animali, sia assolutamente indispensabile. Ma è proprio vero?

Luciano Proietti, medico pediatra con alle spalle un’esperienza sul campo, oltre che padre di tre figli, ci spiega invece come allo stato delle conoscenze scientifiche attuali non solo sia possibile, ma vada sostenuta la scelta di un’alimentazione vegetariana nel bambino.
Queste considerazioni sono il frutto di una lunga ricerca svolta dall’autore con l’ausilio del Centro di auxologia della Clinica pediatrica dell’Università di Torino e di una raccolta di dati sui bambini vegetariani italiani, in collaborazione con l’Associazione Vegetariana Italiana (AVI), la Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana (SSNV) e i Centri di Nascita Naturale. Ne è risultata una banca dati con più di 2mila bambini cresciuti con una dieta lacto-ovo-vegetariana (la maggior parte) e lacto-vegetariana o vegana, in modo esclusivo almeno fino ai 3 anni e in molti casi mantenuta anche successivamente.

Un’alimentazione povera di proteine animali infatti, non solo è compatibile con le indicazioni dei LARN (Livelli di Assunzione Raccomandata dei Nutrienti), ma nei primi due, tre anni di vita dovrebbe essere l’alimentazione raccomandata essendo la più fisiologica e quindi la più salutare. Negli anni successivi la dieta vegetariana e vegana può diventare anche uno spunto per invitare il bambino a riflettere e comprendere l’importanza del rispetto di se stessi, degli altri animali e dell’ambiente. Ecco perché la scelta vegetariana è un investimento in «salute» di proporzioni enormi per la società futura.




domenica 18 luglio 2010

KAOSHIKII - LA DANZA DELL' ESPANSIONE MENTALE




Kaoshikii: la danza dell’espansione mentale

Kaoshikii (lit. rifiorire) è una danza creata da Shrii Shrii Anandamurti . Sia i movimenti presi singolarmente che la loro sequenza nella danza hanno ottimi effetti per l’equilibrio psico – fisico -spirituale dei bambini e delle donne ma sono ugualmente utili anche per gli uomini . Durante l’esecuzione si suggerisce ai bambini di immaginare di essere come un fiore che sta sbocciando, come un’anello di congiunzione tra terra e cielo : il microcosmo sta facendo del suo meglio per trovare una relazione col macrocosmo in un processo che è comunemente definito misticismo.

Questi alcuni dei benefici del kaoshikii :

1. Aumenta la longevità.

2. La spina dorsale diventa flessibile.

3. La mente diventa più acuta e più forte.

4. Regola le secrezioni ghiandolari, previene i dolori da parto

5. Favorisce il controllo degli arti.

6. Dà bellezza e splendore al viso e alla pelle.

7. Elimina la staticità e la letargia.

8. Cura l'insonnia.

9. Rimuove i complessi di paura.

10. Aiuta l'espressione della propria interiorità e sviluppa le potenzialità della persona.

Ad ogni movimento di questa danza corrisponde una ideazione mistica che la rende non solo un movimento fisico ma anche un esercizio psico-spirituale.


IDEAZIONE : Le due mani unite assieme verso l'alto significano

"Ora sto cercando di stabilire un contatto con l’infinito."

Le due mani che si piegano verso destra significano " So come rivolgermi alla Coscienza Cosmica".

Il movimento a sinistra significa " So come soddisfare il desiderio della Coscienza Suprema ".

L’inchino in avanti suggerisce un completo abbandono, e il movimento all'indietro significa "Sono pronto ad affrontare tutti i problemi che possono presentarsi sul mio cammino".

L'ultimo TA - TA , significa " Sono in armonia col ritmo della Coscienza Infinita”.

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L' APNU ( associazione per il neo umanesimo) è un'associazione sorta per diffondere il messaggio dello Yoga proposto da Prabhat Ranjan Sarkar e per sostenere i progetti di servizio sociale (orfanotrofi, ospedali, scuole ecc.) che si ispirano alla filosofia del neo-umanesimo operanti in India. Associazione per il Neo Umanesimo http://www.apnu.net/

Un sito per conoscere meglio l'India http://www.inindia.it/index.htm
Blog sullo Yoga per bambini http://bimbinyoga.blogspot.com/
Blog Yoga & salute e http://yogaesalute.blogspot.com/
Blog varie news : http://caleidoscoppiooo.blogspot.com/
Canale video Yoga e affini http://www.youtube.com/user/onlyyoga
Canale video news http://www.youtube.com/user/caleidoscoppio2
Canale video Ribelliamoci ora http://www.youtube.com/user/ribelliamociora

martedì 25 maggio 2010

LO SCANDALO DEGLI PSICOFARMACI SOMMINISTRATI AI BAMBINI E LA TRUFFA ADD /ADHD

La ADD (Attention Deficit Disorder) e la ADHD (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder) sono 2 presunte malattie, identificate dalla comunità psichiatrica, caratterizzate da deficit di attenzione (ADD) e da iperattività e deficit di attenzione (ADHD).
Il National Collaborating Centre for Mental Health ha definito l'iperattività e la disattenzione "MALATTIE".. ciò che mio padre e mia madre o le mie maestre curavano con un richiamo o un bel ceffone quando proprio esageravo, stimolando la mia attenzione ma lasciando i miei neuroni sani e salvi, adesso si cura chimicamente!
In America (qui in Europa non ancora, ma non crediate che duri ancora per molto), se un maestro dice al genitore che "suo figlio è iperattivo, è MALATO di ADHD e deve farlo curare da uno specialista", il genitore che non ottempera a questo chiamiamolo benevolmente "consiglio", è passibile di denuncia.
E' divertente notare, come quelli che si definiscono MEDICI, pretendano che un bambino iperattivo non curato con psicofarmaci, possieda funzioni psichiche poco o per niente accettabili, tanto da ritenere che debbano essere modificate chimicamente, tramite la somministrazione di psicofarmaci quali Ritalin, Zoloft, Paxil o Valium (ma anche decine di altri tipi) , mentre lo stesso bambino, opportunamente imbottito di queste vere e proprie DROGHE SINTETICHE, dovrebbe essere più attento a scuola, comprendere molto meglio ciò che gli viene insegnato e avere anche un comportamento più accettabile.
Come possiamo notare purtroppo, la realtà è ben diversa da quella che ci viene propinata dalle fonti ufficiali..
al punto che la somministrazione di questi psicofarmaci nei bambini, provoca queste situazioni che possiamo "apprezzare" in questo video.. oppure dei veri e propri tossicodipendenti che nella vita faranno di tutto, pur di avere a disposizione la loro droga.


sabato 24 aprile 2010

LATTE MATERNO E LATTE COMMERCIALE

La competenza e l’autorevolezza di Lorenzo Acerra per quanto riguarda gli studi di medicina naturale sono indiscusse e questo libro ne è una prova: unico nel suo genere, "Il mal di latte" rappresenta una guida essenziale per tutte quelle persone che soffrono di intolleranze e allergie al latte.

La letteratura scientifica che riguarda questi disturbi è ormai ricca: da tempo sono ben conosciuti gli effetti dannosi che il latte pastorizzato e i suoi derivati possono provocare alla salute e in particolare a neonati, bambini, anziani, persone sensibili e immunodepresse o di debole costituzione.
Mai fino ad ora però era stato elaborato e sistematizzato, ad uso del lettore non esperto, un numero così alto di prove a dimostrazione dell’esistenza del mal di latte.

Attraverso la propria vicenda e quella di molte altre persone, tra cui anche numerosi personaggi famosi, l’autore di due bestseller come Denti Tossici e Magnesio, affronta con competenza e puntualità scientifica, uno dei temi più attuali della medicina naturale.

In questo prezioso manuale l’autore raccoglie e cataloga, a seconda della patologia, centinaia di studi della medicina ufficiale in cui si dimostra come gli elementi contenuti nel latte lavorato dall’industria alimentare (fenilalanina, tirosina, fosfati, ADH, IGF-I ecc.) possono essere collegati all’insorgere di diabete, problemi di permeabilità intestinale, allergie, otiti, tonsilliti, coliche, sinusiti, orticarie, disturbi al sistema vascolare, osteoporosi, disturbi ormonali, e di altre conseguenze a lungo termine come l´aterosclerosi, la crescita accelerata ma dilatata degli organi e la resistenza insulinica.

Oltre alla descrizione dettagliata dei meccanismi attraverso cui il latte agisce in modo negativo sull’organismo, il libro contiene un’intera sezione dedicata ai test allergici e di intolleranza, compilata alla luce delle più aggiornate ricerche scientifiche, e una ricca selezione di ricette alternative a base di latte di mandorle, di cocco e di riso e latti vegetali.

http://www.macrolibrarsi.it/libri/__il_mal_di_latte.php

Vi proponiamo uno stralcio dell'intervista a Lorenzo Acerra, autore del recentissimo Il mal di latte, apparsa sul Consapevole 17 ottobre/dicembre 2008. Acerra mette in evidenza i tanti disturbi causati dal latte di mucca - diabete, problemi di permeabilità intestinale, allergie, otiti, tonsilliti, coliche, sinusiti, orticarie, disturbi al sistema vascolare, osteoporosi, disturbi ormonali - e rileva come questi siano soprattutto dovuti al metodo di pastorizzazione del latte. Per cui il latte crudo - della cui pericolosità si sente tanto parlare in questi giorni - si rivela una possibile e valida altenativa per tutti coloro che risultano essere sensibili al consumo del comune latte pastorizzato.

Macro Edizioni ha spesso pubblicato libri con la dichiarata intenzione di far emergere nuove conoscenze in vari ambiti del sapere. Ebbene, questa volontà è ribadita con un libro di prossima uscita: Il mal di latte. L’autore, Lorenzo Acerra – laurea in chimica, topo di biblioteca – si è fatto conoscere e apprezzare sia da persone con malattie croniche degenerative, che da medici e dentisti, per lo spessore tecnico dei dati e delle argomentazioni salutistiche riportate in alcuni suoi libri come Magnesio e Denti Tossici 2.
I rischi connessi al consumo di latte commerciale e dei suoi derivati per la salute di bambini, anziani, persone sensibili e immunodepresse o di debole costituzione, sono ormai noti.
Il nuovo libro di Acerra ha il merito di elaborare e sistematizzare un numero davvero consistente di prove scientifiche a dimostrazione degli enormi danni provocati alla salute dell’uomo da questi alimenti. In questo prezioso manuale l’autore ha raccolto e catalogato, a seconda della patologia, centinaia di studi della medicina ufficiale che dimostrano come gli elementi contenuti nel latte commerciale (fenilalanina, tirosina, fosfati, ADH, IGF-I) possano essere collegati all’insorgere di numerose patologie come diabete, problemi di permeabilità intestinale, allergie, otiti, tonsilliti, coliche, sinusiti, orticarie, disturbi al sistema vascolare, osteoporosi, disturbi ormonali, oltre a conseguenze a lungo termine come l’aterosclerosi, la crescita accelerata ma dilatata degli organi e la resistenza insulinica. Il volume contiene la descrizione dettagliata dei meccanismi attraverso cui il latte agisce in modo negativo sull’organismo umano, insieme a un’importante sezione dedicata ai test allergici e di intolleranza, compilata alla luce delle più aggiornate ricerche scientifiche.
Abbiamo intervistato Acerra per conoscere le motivazioni che l’hanno portato alla stesura del testo, i motivi che spingono la medicina ufficiale e non riconoscere la pericolosità del latte di mucca e per carpire i segreti di un’alimentazione sana e corretta.

Mi dicevi che con il libro che sta per uscire, Il mal di latte, vuoi dare la possibilità alla cosiddetta “civiltà del latte” di mettersi per un momento davanti allo specchio, perché la soluzione alle brutture e alle storture, in ogni campo, è la consapevolezza…
Molti saggi del passato hanno descritto il problema della consapevolezza. È bello, perché in sostanza alla fine dicono che non si può prendersela con un fiore perché ha una minore consapevolezza. Non c`è niente di sbagliato in nessuna persona e in nessuna realtà, se non una consapevolezza molto, molto distorta. Una dozzina di anni fa rimasi folgorato dalla lettura di un volume splendido in cui veniva spiegato come il corso degli eventi e le vicende umane erano stati cambiati dalla produzione e dal consumo di zucchero raffinato. Mi riferisco a Sugar blues di W. Dufty. Ho sognato allora di poter scrivere io, un giorno, un libro dello stesso spessore ed utilità.

Nel libro ricordi che scientificamente è possibile affermare tutto e il contrario di tutto, ma sveli dati e meccanismi sull'intolleranza al latte che sono davvero convincenti e nuovi.
Ho trovato per la prima volta sul tema una visione completa, semplice da spiegare, ma allo stesso tempo con un’adeguata rassegna scientifica a sostegno. Come hai messo insieme tutto quello che compare nel testo?

Nel corso di molti anni la mia curiosità mi ha portato ad essere accolto, nel vero senso della parola, in casa di personaggi di uno spessore indicibile, e man mano crescente. Qualcuno di questi incontri è menzionato nel libro. La curiosità non viene coronata mai per caso, dice Paulo Coelho. Chiunque avesse spaziato, come è capitato a me, in così tanti campi del sapere, avrebbe infine potuto produrre la stessa opera.

Il latte crudo e i prodotti artigianali del latte di capra non li hai messi nello stesso paniere del latte pastorizzato e affini.
No, è vero. Il succo del discorso è la distorsione che il prodotto latte subisce con la pastorizzazione, con l’omogeneizzazione, gli effetti su individui con mucosa intestinale permeabile, gli effetti della indiscriminata, massiccia, introduzione infantile ai prodotti industriali del latte. La sola procedura di omogeneizzazione fa sì che la sensibilizzazione al latte e alle sue proteine aumenti di 20 volte. Certo, anche un alimento mediocre può non portare a patologie. Ma quando andrete dall’omeopata, egli avrà presente che l’organismo deve essere meno ostacolato e congestionato da detriti e muco (e quindi sospendere i caseari) se si vuole veramente che tutta la sua procedura di mobilizzazione ed escrezione di sostanze tossiche abbia successo.
Leggi l'intervista completa sul Consapevole 17 ottobre/dicembre 2008!

Sei interessato ad approfondire il tema del latte crudo? Leggi l'articolo di Monica Di Bari Latte crudo alla spina!

SCUOLA FAMILIARE - HOME SCHOOLING - E' BOOM ANCHE IN ITALIA

Gruppi o e reti che che si occupano di scuola familiare in Italia:
- http://it.groups.yahoo.com/group/scuolafamiliare/

- Progetto di SCUOLA FAMIGLIARE ( per il momento-2009- con 5 bimbi in età PRIMA ELEMENTARE cioè 5/6 anni) a Farneto Bologna-S.Lazzaro (per info: Monica - info@cropcirco.com)

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HOME SCHOOLING - COSA DICE LA LEGGE IN ITALIA
Molti non sanno che in Italia non è la scuola ad essere obbligatoria ma l’istruzione, e che è possibile scegliere metodi di istruzione alternativi al sistema scolastico pubblico e privato, come la scuola a casa (homeschooling).

Contrariamente a quello che si dice -chiamandola scuola dell'obbligo- in Italia a essere obbligatorio è un grado d’istruzione minimo, come previsto dalla legge. La Costituzione garantisce che sia un diritto e un dovere del genitore occuparsi dell’istruzione del figlio, qualora non se ne possa occupare direttamente (anche pagando un insegnante o una scuola privati), se ne prende carico lo Stato.

Numerosi articoli di legge regolamentano la scuola, fermo restando che chiunque -disponendo dei necessari mezzi materiali e non- ha il diritto di occuparsi personalmente dell’istruzione del figlio. Questa opzione si chiama per la legge scuola paterna, ma è più conosciuta come scuola familiare o scuola a casa (homeschooling).

Nessun esame è obbligatorio a parte quello di licenza media inferiore, un diritto/dovere per ogni cittadino italiano. Esistono associazioni impegnate in questo ambito che forniscono informazioni aggiornate e corrette. È necessario comunicare l’intenzione di fare scuola a casa in gennaio, al momento dell’iscrizione, al direttore didattico di competenza.


Gran Bretagna, Canada, Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda annoverano tutti un gran numero di bambini educati a casa. I paesi anglosassoni vantano la tradizione più lunga di homeschooling, e costituiscono un punto di riferimento internazionale importante. In lingua inglese esistono numerosi siti internet con forum di scambio, associazioni e pubblicazioni.



La Costituzione, fondamento delle leggi dello Stato, così recita all'articolo 30:"È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire, educare i figli...nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti."All'articolo 33 la Costituzione sottolinea che"L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento...Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione..."L'articolo 34 parla dell'istruzione obbligatoria:"L'istruzione inferiore, impartita per almeno 8 anni, è obbligatoria e gratuita." Poiché il capoverso precedente afferma che la scuola è "aperta a tutti" si è generalizzato, parlando sempre di "obbligo scolastico"
O.M. 330 del 27.5.97

Art. 4
- Scuola familiare e privata autorizzata. Esami di idoneità e licenza.
Per scuola familiare si intende l’attività di istruzione elementare svolta direttamente dai genitori o da persona a ciò delegata dai genitori stessi.
Gli alunni che assolvono all’obbligo con tale modalità sono ammessi a sostenere gli esami di idoneità o gli esami di licenza in una scuola elementare di Stato, nel circolo di competenza territoriale rispetto alla residenza della famiglia. "omissis"
TESTO UNICO IN MATERIA DI ISTRUZIONE PER LE SCUOLE DI OGNI ORDINE E GRADO
D. Lgs. n.297 16.4.1994
PARTE II - ORDINAMENTO SCOLASTICO
TITOLO II - L'ISTRUZIONE OBBLIGATORIA: DISPOSIZIONI COMUNI ALLA SCUOLA ELEMENTARE E MEDIA
CAPO I - OBBLIGO SCOLASTICO


Art. 111 - Modalità di adempimento dell'obbligo scolastico (N.d.R.)

1. All'obbligo scolastico si adempie frequentando le scuole elementari e medie statali o le scuole non statali abilitate al rilascio di titoli di studio riconosciuti dallo Stato o anche privatamente, secondo le norme del presente testo unico.
2. I genitori dell'obbligato o chi ne fa le veci che intendano provvedere privatamente o direttamente all'istruzione dell'obbligato devono dimostrare di averne la capacità tecnica od economica e darne comunicazione anno per anno alla competente autorità. (N.d.R.)

In tema di obbligo scolastico è intervenuta -attraverso la consueta tecnica delle normazioni sovrapposte e stratificate- prima la legge 20 gennaio 1999 n. 9, recante disposizioni urgenti per l’elevamento dell’obbligo di istruzione, nonché il DM 9 agosto 1999, n. 323 recante il regolamento di attuazione.

Successivamente, nell’ottica prescelta e conferita dal legislatore al cd. Sistema formativo integrato, risulta intervenuto l’art. 68 della legge 17 maggio 1999, n. 144, a proposito della progressiva istituzione, a decorrere dall’anno 1999-2000, di obbligo di frequenza di attività formative fino a 18 anni, anche in "percorsi integrati di istruzione e formazione".
E’ stata, poi, varata la legge 10 febbraio 2000, n. 30, recante disposizioni-quadro sul riordino dei cicli di istruzione.

In conseguenza degli interventi disciplinatori suddescritti devono essere integralmente riletti, alla luce delle novità normative, gli articoli da 109 a 114 del Testo Unico.
La durata dell’obbligo scolastico, a decorrere dall’anno 1999/2000, deve corrispondere ad un periodo complessivo di istruzione pari a 9 anni.

L’istruzione obbligatoria è gratuita (quindi restano abolite le tasse di iscrizione e frequenza del primo anno di scuola secondaria superiore e si dovrebbe coerentemente provvedere alla fornitura gratuita dei libri di testo).
L’assolvimento dell’obbligo può essere comunicato dai genitori (o esercenti le potestà parentali) che vi provvedano direttamente: v. art. 111, comma 2, e, per i termini della comunicazione, la tabella A allegata al d.P.R. 26 aprile 1992 n. 300.
Per il caso di inosservanza nell’adempimento dell’obbligo scolastico (v. art. 114) si ricorda che essa configura il reato previsto dall'art. 731 codice penale ed è punita con l'ammenda fino a £. 60.000.
L'art. 331 del codice di procedura penale fa obbligo ai pubblici ufficiali e agli incaricati di pubblico servizio che nell'esercizio o a causa delle loro funzioni o del loro servizio abbiano notizia di un reato perseguibile d'ufficio, di farne denuncia per iscritto da presentare o trasmettere senza ritardo al pubblico ministero o a un ufficiale di polizia giudiziaria.
Poiché l'omissione dell'obbligo d'impartire o fare impartire l'istruzione ai minori deve verificarsi “senza giusto motivo”, la giurisprudenza ha ritenuto che gli adempimenti di cui ai commi 4 e 5 dell’art. 114 del T.U. si configurino quali condizioni di punibilità ex art. 44 codice penale.
L'obbligo scolastico è adempiuto anche dai figli di stranieri residenti in Italia che siano cittadini di Paese membro dell'Unione Europea (v. art. 115) e da extracomunitari (v. art. 116). Per l'adempimento dell'obbligo da parte di alunni non vedenti v. art. 322.

domenica 11 aprile 2010

I BAMBINI INDACO - VOYAGER SPECIALE 2012 - 21/ 9 /09



Un Bambino Indaco è una creatura che possiede attributi psicologici insoliti e particolari e che ha un modello comportamentale diverso da quelli a cui siamo abituati.

principali caratteristiche e comuni modelli comportamentali:
- Vengono al mondo con un senso di regalità (e spesso agiscono con regalità)
- Pensano di "meritarsi di essere qui" e sono sorpresi quando gli altri non condividono questo loro punto di vista.
- Non hanno problemi di autostima. Spesso essi dicono ai loro genitori "chi sono".
- Hanno difficoltà ad accettare l'autorità (soprattutto quando è imposta ed immotivata).
- Si rifiutano di fare alcune cose. Per esempio non amano aspettare in coda.
- Si sentono frustrati dai metodi tradizionali che non richiedano l'impiego della loro creatività.
- Spesso, sia a casa sia a scuola, trovano la soluzione più logica per fare le cose, il chè può farliapparire anticonformisti e ribelli.
- Sembrano asociali a meno che non si trovino con i loro. simili. Se non ci sono bambini con la loro stessa consapevolezza, si sentono incompresi e tendono a chiudersi in se stessi. L'ambiente scolastico è spesso estremamente difficile per loro.
- Non rispondono a discipline basate sul senso di colpa.
- Non si sentono in imbarazzo a parlare delle loro necessità..... "

Questi bambii possiedono un' estrema sensibilità, sono molto intuitivi e sono in grado di sentire che cosa c'è nella nostra mente e nel nostro cuore.

All'inizio degli anni ottanta, quando i primi Indaco incominciarono ad arrivare, nessuno sospettava che si trattasse di una nuova generazione di bambini. Essi sembravano avere attributi psicologi ed atteggiamenti molto diversi da quelli a cui eravamo abituati. Spesso erano bambini iperattivi, disattenti, ribelli ad ogni forma di disciplina imposta. Vennero etichettati come affetti da "disordine da deficit di attenzione" e di conseguenza trattati con psicofarmaci per aiutarli a
rientrare nella "normalità". Niente di più sbagliato, si è scoperto che gli psicofarmaci hanno un forte impatto sulla loro personalità, diminuiscono la fiducia nelle loro capacità e li portano a scollegarsi dalla loro parte divina. la sfida che i genitori devono affrontare è imparare a considerarli bambini "normali" e a trattarli come tali. E' importante saper riconoscere il loro valore, apprezzare le loro doti, imparare a valorizzarle, ma nello stesso tempo permettere loro di vivere la loro infanzia come qualunque altro bambino.

La sfida di questi bambini è affrontare le loro relazioni con gli altri. Essi hanno bisogno di molta attenzione e considerazione e soffrono se la loro visione della vita, basata essenzialmente sull'amore, viene fraintesa o, peggio ancora,
ridicolizzata. Alcuni di loro possono pertanto avere problemi a relazionarsi con bambini "normali" o con adulti ancorati alle vecchie metodologie.

A questo punto della nostra evoluzione, dobbiamo comprendere l'importanza del ruolo che questi preziosi bambini, arrivati tra noi con un bagaglio di grande consapevolezza, si sono assunti. Se sapremo riconoscere il loro valore, capirli ed
apprezzare le loro doti intellettuali e morali, se non instilleremo in loro il senso di colpa e la paura, da cui sono totalmente esenti, se li aiuteremo a seguire la loro passione, essi saranno i nostri migliori maestri, Ci insegneranno a guardarci dentro ed a scoprire quelle verità interiori che per troppo tempo non abbiamo saputo o voluto riconoscere.
(Lee Carroll e Jan Tober "The Indigo Children")

domenica 14 febbraio 2010

BAMBINI SENZA FUTURO: LA MORTE DELLA SCUOLA PUBBLICA

PRECARI-DISOCCUPATI, ISTITUTI AL FREDDO, TEMPO “PIENINO”: L’ULTIMA INCHIESTA DI “PRESA DIRETTA”

DOMENICA 14 FEBBRAIO RAI 3 ORE 21,30


“N on ci sarà nessun taglio alla scuola. Sulla

scuola troppe cose divorziano con la realtà.

Dalla sinistra stanno arrivando messaggi assolutamente

falsi e inutili allarmismi” – questo aveva

detto Silvio Berlusconi nell’ottobre del 2008.

Non è vero. E chiunque stasera guarderà “La scuola

è fallita” se ne potrà rendere conto. A cominciare

dal taglio più drammatico, quello dei posti

di lavoro: ve li ricordate i precari della scuola sui

tetti dei provveditorati d’Italia? Sono scesi dai

tetti e quest’anno non lavorano. E sono migliaia.

Molti concentrati al sud. Li abbiamo seguiti a Messina,

per esempio, nel momento in cui venivano

assegnate le cattedre: meno della metà di quelle

dell’anno scorso. E ci sono voluti polizia e carabinieri

per frenare la rabbia dei precari rimasti

senza lavoro. Li abbiamo seguiti mentre affollano

gli uffici scolastici delle città e delle provincie del

nord: come una volta facevano gli operai

che venivano per lavorare nelle fabbriche,

arrivano con le valigie fin dentro gli uffici,

senza una casa, senza una rete familiare,

nella speranza di prendere una supplenza

medio lunga con uno stipendio da fame. Al

Provveditorato di Milano incontriamo una

coppia siciliana; la moglie ha appena preso

una supplenza annuale e così per un anno

si divideranno i figli: quello più piccolo

verrà a vivere a Milano con la madre, quello

più grande rimarrà in Sicilia con il padre.

Migliaia di storie come queste, di gente che

improvvisamente si è trovata senza un lavoro,

senza un reddito, senza un ruolo. E

tutto questo nel bel mezzo di una crisi economica

terribile. Abbiamo poi documentato

i vuoti che queste persone hanno lasciato

nelle scuole e abbiamo scoperto che

la loro assenza si vede, eccome se si vede:

mancano gli insegnanti di sostegno, mancano

i supplenti, mancano i professori . E

mancano i soldi. Il ministero dell’Istr uzione,

infatti, deve alle singole scuole un miliardo

di euro per il funzionamento ordinario.

Il risultato è che il sistema pubblico

italiano agonizza al punto che non c’è attività

extra che non comporti la richiesta di un contributo

delle famiglie: con i soldi del ministero

infatti la scuola pubblica italiana non riesce neanche

a comprarsi i pennarelli. Siamo stati con le

nostre telecamere vicini ai presidi che fanno i

salti mortali per cercare di garantire lo stesso un

servizio almeno sufficiente. E abbiamo visto anche

quelli che nonostante tutti gli sforzi non ce la

fanno: scuole dove mancano addirittura le classi e

i ragazzi passano tutto il tempo a spostarsi da

un’aula all’altra, scuole senza riscaldamento e

senza laboratori, senza palestre, senza materiali

tecnici e senza professori. Abbiamo girato le scene

dei bambini delle elementari mentre vengono

parcheggiati tra una classe e l’altra perché non ci

sono i soldi per chiamare i supplenti e anche il

tabù del Tempo Pieno – vi ricordate le dichiarazioni

del ministro : “Le famiglie non si devono

preoccupare perché non toccheremo il tempo

pieno” – è stato violato. Ogni anno diventa sempre

più difficile per le scuole garantirlo, e così

diventa tempo “pienino” e via via sempre più

piccolo per ore e attività offerte, e sempre meno

ricco. Poi ci sono le scuole private e le scuole

paritarie a pagamento: in Lombardia da dieci anni

vengono anche finanziate con i soldi pubblici

grazie ai buoni scuola. E sono scuole bellissime.

Ve ne faremo vedere tante, stasera, tra Milano e

provincia. Vedrete quante cose si potrebbero fare,

quante attività creative e sportive, vedrete i

bambini delle elementari perfettamente bilingue

e i ragazzi del Leone XIII di Milano già indirizzati

al Politecnico o alla Cattolica. E toccherete con

mano quante chance in meno per il futuro stiamo

dando ai figli della scuola pubblica.


giovedì 4 febbraio 2010

LA RAI UCCIDE LA TV DEI RAGAZZI


Fantabosco addio, la Rai uccide la tv dei ragazzi

Niente più Melevisione o Trebisonda, né È domenica papà. E Mussi Bollini si ribella.

Barbara Cataldi
Via i programmi per bambini da RaiTre. La decisione di togliere i programmi per bambini da ottobre 2010 è stata presa inaspettamente dal Consiglio di amministrazione della tv pubblica italiana.
La ragione ufficiale? L’ottimizzazione dei costi e la necessità, in tempi di crisi, di risparmiare un po’.
Ma, in realtà, c'è tanto da ottimizzare (e da risparmiare) nella tv pubblica che si parte dai più piccoli proprio perché si pensa che siano un "soggetto debole", specie se protetto - nella televisione pubblica - dall'aggressività degli spot.

"Saltano" Melevisione e tante trasmissioni amate

Così dal prossimo ottobre - se non si leveranno i cori di protesta di migliaia di genitori, che ci furono, ad esempio, quando furono oscurati i Puffi dalle tv di Berlusconi - verranno cancellati gli appuntamenti quotidiani con la Melevisione, Trebisonda e il Tg dei ragazzi, con Zorro, i cartoni animati e i piccoli documentari, oltre a essere eliminati i programmi del weekend come il videogiornale del Fantabosco, “E’ domenica papà” e “Mamme in blog”.

Una scelta incomprensibile

Una scelta incomprensibile. anche per chi lavora all’interno della Rai, soprattutto per le competenze, raffinate in anni di lavoro, del gruppo di circa 40 professionisti, che ruota attorno alla produzione per l’infanzia.
“L’esperienza dei programmi per l’infanzia di RaiTre è unica nel suo genere”, spiega Mussi Bollini , capostruttura bambini-ragazzi e coordinamento cartoni della terza rete, “anche perché è quella che fornisce contenuti per i due canali digitali tematici della Rai: Raigulp e Raisatyoyo come le serie in cartoni animati e la Melevisione.”
E aggiunge: “Spero che l’azienda non dimentichi che l’esperienza e la professionalità di RaiTre-bambini, sia nelle figure degli autori che dei registi e dei redattori, è riconosciuto nel merito delle professionalità un punto di eccellenza della tv europea”.

Sconvolto anche il Gran concerto

Il taglio dei programmi dal palinsesto della terza rete della tv pubblica, purtroppo, coinvolgerà anche produzioni straordinarie come il “Gran concerto”, esperienza televisiva che ha avuto un successo immenso.
Il programma coinvolge l’orchestra sinfonica della Rai di Torino e 700 bambini in platea e si fregia di nomi prestigiosi come autori e alla regia, come Raffaella Carrà e Sergio Japino.
Ai primi di giugno, verranno trasmesse le repliche delle prime due stagioni”.

I programmi per l’infazia fuori dalla tv generalista

E’ chiaro che il passaggio alla tv digitale obbliga la Rai a riorganizzazione contenuti e palinsesti delle tre reti generaliste.
“Il fatto che esistono canali tematici per bambini, però, non vuol dire che i programmi per l’infanzia debbano sparire dalla tv generalista. L’esistenza di un canale tematico - spiega Mussi Bollini - sullo sport non significa che i programmi di sport debbano essere cancellati dalle altre reti, così come l’esistenza di un canale all-news non spinge la Rai a eliminare i tg”.

21 canali tra bambini e ragazzi tra satellite e digitale

Proprio per questo motivo, nonostante l’offerta televisiva sia arrivata a 21 canali per bambini e ragazzi tra satellite e digitale, non ha portato all’eliminazione dei cartoni da RaiDue.
“E’ vero che i programmi per i più piccoli hanno perso ascolti -osserva Mussi - proprio a causa della ridistribuzione dei telespettatori tra i vari canali digitali tematici, ma è anche vero che la programmazione per l’infanzia di RaiTre non è sostenuta: né con spot o promozione, né con un posizionamento orario adeguato”. Anche sulle fasce orarie c’è infatti molto da ridire: “Spesso - chiarisce Mussi Bollini - capita che per una diretta dal Parlamento si facciano saltare proprio le trasmissioni dirette ai bambini.
E questo atteggiamento purtroppo rispecchia una verità: il mondo dell’infanzia in Italia non è considerato con il merito con cui dovrebbe essere valutato”.

Questo non è un paese per piccoli

“Non è un caso - conclude la dirigente Rai - se per la cultura dell’infanzia siamo gli ultimi al mondo.
L’infanzia nel nostro paese è vissuta come problematicità e non come opportunità. Anche se tutti sappiamo che i bambini di oggi sono gli adulti di domani, poi nella pratica si fa molto poco per rimanere coerenti al principio che loro saranno l’Italia di domani”.
Inutile, poi, chiedersi: “Cosa c’è di bello in televisione?


Aldo Grasso: ''La Rai sbaglia, non si brucia il Fantabosco''

Il critico del Corriere della Sera, contro lo smantellamento della tv dei bambini.

Barbara Cataldi
Questa Rai è davvero miope. Spende milioni di euro per il cachet di un paio di conduttori per il festival di Sanremo e poi cancella con un colpo di spugna l’intera programmazione per l’infanzia della più qualificata, per quanto riguarda i programmi per i più piccoli, delle sue 3 reti generaliste. Alla luce di queste scelte, viene da chiedersi quale sia la strategia culturale di un’azienda pubblica che avrebbe il compito di fornire ai suoi telespettatori un servizio pubblico e che invece ha deciso di chiudere i suoi programmi di punta per i bambini, a partire da Melevisione.

Aldo Grasso: “Non c’è niente di razionale in Rai”


“Le logiche interne della Rai non hanno nulla di razionale. Sono il prodotto di eventi casuali. Nessuno è attualmente impegnato a ragionare in termini di visione globale”: la critica è durissima e arriva come una scudisciata da una voce autorevolissima, quella di Aldo Grasso (nella foto a sinistra), firma di punta del Corriere della Sera e professore ordinario di Storia della radio e della televisione, presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, oltre che direttore del Ce.R.T.A (Centro di ricerca per la televisione e gli audiovisivi) e autore di TeleVisioni, video-rubrica di critica televisiva on line sul corriere.it, con tanto di forum seguito da centinaia di persone.


Già partita l’eliminazione di Melevisione e degli altri programmi


Con o senza logica, resta il fatto che la direzione generale della Rai ha deciso di eliminare dal palinsesto di Raitre cartoni animati, telefilm e programmi per bambini e per ragazzi, a partire dal prossimo ottobre. Il motivo: la necessità di risparmiare.

Professor Grasso, cancellare i programmi per l’infanzia da una rete generalista è una scelta imposta dal passaggio alla piattaforma digitale?

Nel passaggio al digitale, la Rai, come tutti gli altri, ha lanciato canali tematici dedicati ai bambini e ai ragazzi.
La scelta dei canali tematici è lo snodo editoriale dei prossimi anni, il moloch della tv generalista non è più efficace, sta crollando pian piano.
Anche se il fenomeno non è immediato, è comunque inarrestabile.
In questa ottica è normale che le reti generaliste cedano parte dei contenuti alle reti tematiche.

Qual è il vantaggio per chi trasmette?
In termini economici, i canali tematici permettono di fare programmazioni più coerenti, ma soprattutto favoriscono un aumento notevole dei guadagni perché di solito vengono riempiti con format acquistati all’estero.
Quando parliamo di servizio pubblico, però, dovremmo fare un discorso diverso. La Tv pubblica è un’azienda che vive solo di mercato e profitti o è anche un centro di produzione culturale e pedagogica?

Quale dovrebbe essere secondo lei il compito della Rai in questo campo?
Il servizio pubblico dovrebbe promuovere una linea didattica nazionale, in sintonia con la cultura del nostro paese.
Cartoni animati e programmi per l’infanzia, fatti anche bene, negli Stati Uniti o in qualunque altro paese del mondo, potrebbero essere molto interessanti, ma non rispecchiare la nostra linea pedagogica. Sarebbe meglio, quindi affiancare a format acquistati all’estero prodotti confezionati in Italia.

Qual è la peculiarità della produzione televisiva per l’infanzia in Italia?

L’’identità l’ha trovata da qualche anno con L’albero azzurro, la Melevisione, i personaggi del Fantabosco, cioè quando è nato un centro di produzione dedicato a Torino, in cui si è portato avanti un progetto di ricerca, una proposta creativa calibrata proprio sui bambini e sui ragazzi. E' stata la prima volta che si è aperto una via italiana alla tv dell’infanzia.
Prima di allora non si faceva altro che confezionare programmi televisivi per grandi adattati ai bambini, modello Zecchino d’oro, per intenderci.

Insomma, in questo momento di passaggio cosa dovrebbe fare la Rai?
Dovrebbe tentare di conciliare due linee: quella meramente commerciale e quella editoriale e culturale.
È giusto aprire ai canale tematici, ma bisognerebbe farlo senza perdere la propria prerogativa di servizio pubblico.